Il Fiorino d’Oro, il premio Pitti Immagine, la sfilata alla Galleria degli Uffizi (la prima nella storia di uno dei più importanti musei d’Italia), la nuova illuminazione della Loggia dell’Orcagna in piazza della Signoria donata in occasione del 40° anniversario di fondazione.
Sono molte le radici che legano Stefano Ricci alla sua Firenze dove, dal 1972, nascono tutte le sue collezioni, testimoni di un autentico “100% Fatto in Italia”. Un vincolo inscindibile, che trova nella boutique di via dei Pescioni, nel laboratorio di sartoria di via de’ Niccoli e nella nuova sede produttiva sulle colline di Fiesole, ulteriori elementi di appartenenza e attaccamento al territorio. Sotto questi auspici, che hanno ritrovato nell’acquisizione dell’Antico Setificio Fiorentino un nuovo impulso per la tutela e la proiezione nel futuro di una tradizione artigianale, Stefano Ricci ha annunciato l’accordo raggiunto con l’Archivio di Stato, teso alla salvaguardia e alla promozione di un patrimonio unico al mondo. Sono stati presentati alla stampa i dettagli di questa nuova iniziativa fortemente voluta dal direttore creativo dell’azienda, Filippo Ricci: “È un onore per la nostra famiglia poter collaborare con l’Archivio di Stato, una realtà così importante per la nostra storia e il nostro territorio. L’accordo prevede un intervento di restauro di un primo lotto di 12 volumi che saranno successivamente sottoposti a opera di digitalizzazione”.
La scelta dei volumi, effettuata in collaborazione con Once, è stata basata sulle affinità tra quanto Stefano Ricci produce e la storia di Firenze. Per questo, dopo un’attenta analisi, sono stati individuati i volumi dell’Arte della Seta, dell’Arte della Lana e dell’Università de’ Linaioli, risultati i più bisognosi di un intervento di restauro e che sarà realizzato all’interno dell’Archivio di Stato da artigiani fiorentini. Un connubio che rafforza l’impegno iniziato con l’acquisto dell’Antico Setificio Fiorentino, custode della tradizione dell’Arte della Seta di Firenze, una delle sette Arti Maggiori delle Corporazioni di Arti e Mestieri della Firenze medioevale.
In occasione della conferenza stampa è stato esposto uno dei molti capolavori custoditi nel cuore dell’Archivio di Stato, il Libro delle condanne delle famiglie ribelli del Comune di Firenze dal 1302 al 1379 detto “del Chiodo”, che contiene un eccezionale documento storico: la condanna all’esilio e alla pena capitale di Dante Alighieri, datata 1302. Una pagina della storia fiorentina che torna di attualità, proprio nei giorni in cui cresce l’attesa per l’uscita del nuovo libro di Dan Brown ambientato a Firenze e dedicato all’Inferno dantesco.